Call for papers
(qui il testo completo in pdf)
Wolfgang Hilbig. Die Sprachen eines Feuerfressers / Le lingue di un mangiatore di fuoco, numero monografico della rivista «CoSMo – Comparative Studies in Modernism» , 25 (Dezember 2024), a cura di Massimo Bonifazio, Daniela Nelva, Michele Sisto e Bénédicte Terrisse
Wolfgang Hilbig non è mai dove dovrebbe essere. Guardare criticamente alla sua opera e alla sua biografia significa collocarsi dentro a una costante situazione di spaesamento: con la sconcertante imprecisione di una metafora assoluta, vita e letteratura dello scrittore sassone rimandano a un misterioso altrove. La violenza della storia – nella duplice forma della deutsche Vergangenheit e del soffocante DDR-Alltag – si intreccia nei suoi testi a spettri esistenziali come la devastante sensazione di non esistere, di non avere luogo, legata a traumi familiari e al mancato riconoscimento delle sue aspirazioni in campo letterario. Il masochismo dei suoi personaggi, la loro tendenza all’autodenigrazione e all’identificazione con ciò che è sporco e rivoltante (dall’immondizia ai paesaggi devastati, dall’inquinamento alla Stasi) parlano ex negativo del bruciante desiderio di una bellezza impossibile da reperire nel cosiddetto mondo reale.
Anche i testi poetici guardano a una impraticabile conciliazione estetica fra lingua e violenza della storia, raccontata per esempio attraverso folgoranti epifanie, come il fagiano della famosa Episode (Werke I, 79) o il fiume contaminato in cui non cessa di affogare Ophelia (74).
Per Hilbig e per i suoi protagonisti la letteratura appare in questo senso una via di fuga dalla lampante mancanza di senso che li circonda; solo attraverso lo splendore di un linguaggio al contempo sordido e raffinatissimo appare possibile la costruzione di una realtà finalmente abitabile.
La caratura di questo linguaggio deriva dall’intensità con la quale Hilbig si è appropriato della tradizione letteraria europea moderna, da Rimbaud a Kafka, da Pound a Chlebnikov, da Joyce agli espressionisti tedeschi. Ma anche qui lo scrittore si rivela spaesante: è difficile assegnargli un posto preciso e decidere se la sua appropriazione della modernità letteraria è una conquista, in uno spazio tendenzialmente asfittico come l’apparato culturale DDR, o un habitus letterario in fondo regressivo e anacronistico.
Da sempre la critica ha difficoltà collocare Hilbig sulle mappe letterarie del suo tempo – tra DDR-Literatur, la Dissidentenliteratur degli espatriati nella BRD, la Ostmoderne della Germania riunificata, le propaggini estreme dell’espressionismo o del modernismo novecentesco, la poesia sociale, per quanto raffinatissima, di ascendenza rimbaldiana, ecc. – e di conseguenza ad assegnargli un posto nel canone del secondo Novecento.
Resta la meraviglia di una lingua lacerata e dolente, che evoca e sostanzia la crisi dell’io nel crocevia delle epoche e degli stati mentali. Da sempre la critica ha difficoltà collocare Hilbig sulle mappe letterarie del suo tempo – tra DDR-Literatur, la Dissidentenliteratur degli espatriati nella BRD, la Ostmoderne della Germania riunificata, le propaggini estreme dell’espressionismo o del modernismo novecentesco, la poesia sociale, per quanto raffinatissima, di ascendenza rimbaldiana, ecc. – e di conseguenza ad assegnargli un posto nel canone del secondo Novecento. Per questo è indispensabile approfondire l’indagine sulla presenza di Hilbig nelle costellazioni letterarie della Germania e di altri paesi, ricostruendo il suo repertorio di riferimento, i suoi rapporti personali con gli scrittori del suo tempo, la presenza dei suoi testi nella scrittura di poeti e romanzieri tedeschi e stranieri tra la fine millennio e l’inizio del nuovo.
La rivista “CoSMo – COmparative Studies in MOdernism”, legata al Centro Studi Arti della Modernità dell’Università di Torino, dedicherà un numero monografico a Wolfgang Hilbig. Il numero raccoglierà gli interventi del convegno che si è svolto a Torino nel dicembre 2021, dal titolo “Le lingue di un mangiatore di fuoco”, il cui tema centrale era la ricezione dello scrittore in altre aree culturali.
I curatori vorrebbero però ampliare lo spettro della ricerca su Hilbig, facendo sì che il numero di CoSMo – sulla falsariga dei volumi curati da Stephan Pabst, Bernard Banoun, Sylvie Arlaud e Bénédicte Terrisse Wolfgang Hilbig und die (ganze) Moderne e Wolfgang Hilbigs Lyrik – porti avanti la Werkexpedition e indaghi zone possibilmente inesplorate della biografia e dell’opera di Hilbig preferibilmente (ma non unicamente) nelle direzioni qui di seguito indicate: Continue reading